Descrizione Progetto
La torre è elemento dal forte valore semantico: essa diventa un riassunto astratto della grande eterogeneità del paesaggio, degli attori coinvolti nella costruzione dello stesso. Ogni striscia rappresenta qualcuno o qualcosa, tutte uguali e importanti nella costruzione di questo grande e visibile Landmark colorato.
Proponiamo di rinunciare alla torre come osservatorio per le seguenti motivazioni: Il luogo non è strategico per ammirare il paesaggio dall’alto; l’elevato costo sia di costruzione sia di gestione del nuovo ascensore comprensi problemi di sicurezza e di presidio complessi e costosi da risolvere; riteniamo incoerente un ascensore che non permetta a TUTTI di salire sulla torre: disabili e persone con difficoltà motorie sono esclusi nell’ipotesi progettuale precedente; Con le moderne tecnologie è possibile spostare le immagini piuttosto che le persone; La coppia di falchi pellegrini rimarrà nel proprio habitat indisturbata.
Turismo e cicloturismo
Il progetto vuole diventare un appiglio non solo visivo ma anche concreto. Tutte le funzioni del museo verticale verranno sviluppate in orizzontale e diffuse su tutta l’area d’intervento che si apre alla ciclabile. Questo approccio ha l’obiettivo di dare supporto e ampliare i servizi lungo la ciclabile. La ciminiera segna da lontano l’intersezione di 2 importanti vie ciclabili: la Eurovelo7, peschiera-Mantova che a livello macroscopico collega Sicilia con Norvegia e la pedemontana alpina che collega il Mincio con Verona e oltre. Percorrendo queste ciclabili la ciminiera potrebbe diventare un perno, porta a nord del Parco del Mincio e un forte segnale nella piatta pianura, offrendo alla sua base servizi ai ciclisti (bagni, zone relax, bar, ciclofficina e servizi ad hoc per il ciclista). La riqualificazione della torre è occasione per rinnovare l’area dello sbarramento di Salionze sul fiume Mincio. A causa anche di questo sbarramento, tra il 1930 e il 1960, gradatamente, il lago di Garda cessò di essere un invaso naturale per assumere il carattere di serbatoio artificiale, regolabile dall’uomo. Uno sbarramento dalla rilevante importanza idraulica, e paesaggistica perché segna il cambiamento della portata dell’invaso del fiume, ma che oggi non trova una vocazione. L’area, oggi di bassa qualità, vede la presenza del campeggio AltoMincio Family Park la cui recinzione non fa prefigurare nessun rapporto con l’esterno. Quest’area, col tempo e con una rinnovata qualità paesistica, potrebbe diventare un motivo per far uscire i clienti dall’area e consentire una partenza di qualità per passeggiate ed esplorazioni del territorio. La riqualificazione della ciminiera e dell’area alla base potrebbe essere stimolo per un rinnovo ampio di tutta la zona dello sbarramento coinvolgendo pubblico e privato nella costruzione di un luogo cardine all’interno del Parco del Mincio.
Un recinto industriale che si apre alla collettività
Il museo, prima concepito verticalmente nella ciminiera, viene diffuso a livello zero in tutta l’area d’intervento. Non più una scatola che assolva all’interno tutte le funzioni, ma verranno posizionati più edifici che accoglieranno una flessibile offerta. Il progetto risponde con piccoli manufatti leggeri al variare del target di visitatori durante le varie stagioni. Immaginiamo manufatti immersi in un complesso disegno del verde che possa essere riassunto della estrema complessità del paesaggio. Il paesaggio è sintesi di grandi complessità e il nostro intervento attraverso una griglia molto serrata cerca di ordinare quella grande complessità che nei secoli è stata cesellata dagli infiniti contributi dei produttori di paesaggio. Paesaggio in Italia è lavorio a differenza della cultura anglosassone che lo definisce Landscape (da land, terra e scape, visione) , il paesaggio in Italia non tratta solo della visione ma si preoccupa delle persone che partecipano alla vita del paesaggio e dei risultati di questo incontro uomo/natura. E’ su questo tema che il progetto verte, perché il paesaggio non è solamente da guardare ma da vivere con i più svariati sensi. Nel progetto si avrà esperienza del paesaggio con l’olfatto passeggiando lungo il percorso e le svariate essenze aromatiche, con l’udito i suoni che cambiano in funzione della velocità della pedalata, con il gusto i prodotti enogastronomici all’interno del bar, con la testa carpirne i significati durante le mostre, ed infine con la vista coglierne l’essenza in uno sguardo sdraiato all’interno della ciminiera tramite il visore panoramico che in tempo reale, come un periscopio, consentirà agli utenti a livello 0 di vedere a 360° la pianura attorno. Percorrendo la ciclabile si ha una percezione distante della pianura: i filari, infatti, separano lo spazio protetto ciclabile con il paesaggio attorno. Questo tipo di spazialità è caratteristico, ma riteniamo che necessiti di un appiglio, di un luogo di sosta che possa diventare momento di riflessione in un paesaggio che scorre.